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la chiesa dell'assunta

Casorate S.







LA CHIESA DELL'ASSUNTA


Fin dal 1564 esisteva a Casorate una chiesa di Santa Maria.
San Carlo Borromeo venuto in Visita Pastorale il 26 giugno del 1570 fornisce alcune ordinazioni per un suo rifacimento. Egli prescrive tra l'altro:..."si levino l'altar di Santo Antonio et quello di Santa Maria. Rifacendo quello di Santa Maria dentro una nizza nel luogo dove hora è la finestra nella nave di man sinistra all'entrare della Chiesa sotto la qual capischa l'altare et tutta la bradella qual si faccia secundo la forma"..
Come sottolinea il Prof. Massimo Conconi nel libro "La Chiesa dell'Assunta a Casorate Sempione" la Chiesa parrocchiale, allora dedicata alla Madonna della Rosa, doveva essere assai povera, anche se sappiamo possedere  due navate. Questa Chiesa era molto antica forse di epoca carolingia,
risalente alla seconda metà del X secolo.
Trascorsi ormai cinquanta anni dalla visita pastorale di San Carlo, l'allora parroco Ambrogio Chiaravalle decide di dare il via alla riedificazione. La Chiesa parrocchiale della Beata Vergine Assunta inizia il giorno dell'Ascensione del 1621.
Tra fasi alterne di lavori e periodi di ferma, si arriva al 1638 anno in cui arriva a Casorate il sacerdote Camillo Brabanti che, avendo retto la parrocchia per 48 anni, può essere considerato il vero riedificatore della Chiesa di Santa Maria Assunta.
Questa Chiesa conserva un buon numero di opere d'arte; l'organo della fine del 1600 opera dell'intagliatore varesino Bernardino Castelli, l'altare della Madonna attribuito a Martino Rossignolo, il trittico quattrocentesco della Natività attribuibile a Zanetto Bugatto pittore della corte degli Sforza, varie pale d'altare tardo seicentesche, nonchè vari quadri ed arredi realizzati tra la fine del 1600 e la fine del 1800 da artisti di discreta fama.
Sopra a tutto, però, spiccano i lavori dello scultore Antonio Pino.
L'altare maggiore a struttura piramidale è una stupenda macchina lignea in stile barocco che, partendo da una mensa con ciborio dal pannello riccamente intagliato, arriva, circa quattro metri più in alto, ad una statuina del Cristo Redento  passando attraverso angeli talamoni,  templi, putti, nicchie con statue o con bassorilievi lignei dorati e decorati. Tutta l'opera si avvale oltre che degli intagli di Antonio Pino, anche delle dorature di Paolo Giussano di Angera.
Il risultato è sontuoso ed affascinante.
Altre opere importanti sono il grupppo della crocefissione, il confessionale e l'altare di San Tito con il Palio rappresentante la scena del martirio del Santo. Questo altare contiene anche l'antico affresco della Madonna della Rosa. Nell'insieme  appare una macchina plastico pittorica ed archtettonica di grande fascino ed armonia,
raro esempio di barocco non solo prealpino ma internazionale.

Nella primavera del 1926 la chiesa viene ampliata allungandola, contemporaneamente viene affrescata la volta. Tra il 1936 e il 1938 vengono aggiunti il pulpito ligneo e le bussole delle porte.


 
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